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Oggi sappiamo che ci sono nuove prospettive da affrontare. Dalla possibilità di recuperare quote di mercato perse con il Covid-19 alle sfide dell’importazione e dell’esportazione: siamo sempre l’eccellenza grazie al Made in Italy ma bisogna anche valutare le prossime azioni del food marketing. Di cosa stiamo parlando?
Con il termine food marketing intendiamo, ovviamente, tutte le attività che consentono a un’azienda operante nel settore del food and beverage di ottenere migliori risultati in termini di vendite. Vendite che secondo il monitoraggio di questa ricerca (unisg.it/food-industry-monitor) hanno subito una frenata nel 2020 ma tendono a ripartire tra il 2021 e il 2022.
Ma le tendenze spingono verso i risultati positivi. Ne sono testimoni i dati, per dare qualche indicazione, del Prosecco italiano che registra forti aumenti delle esportazioni. Quali sono, allora, le tendenze per sfruttare il food marketing?
Non temere di cambiare e fare rebranding
Le aziende, in questo momento storico, si trovano tra le mani l’opportunità di cambiare “faccia e sostanza” per essere al passo con le evoluzioni del mercato. Poi si può scegliere e decidere cosa fare: seguire o meno una tendenza, distinguersi o semplicemente rivedere dei dettagli che fanno la differenza.
Un esempio su tutti di questo 2022: Barilla decide di fare un restyling completo del proprio logo. E chi lavora nel food marketing sa bene che questo elemento può fare la differenza. Quindi Barilla, dopo circa 20 anni dall’ultimo cambio di identità visiva, decide di abbandonare uno dei pilastri della sua comunicazione.
Ovvero l’uovo sodo tagliato a metà con il lettering all’interno. Un sinonimo di bontà, sapienza nello scegliere le materie prime, attenzione alla qualità.
Ora scompare il blu e rimane la forma ovale completamente rossa. Solo il logotipo si conferma, sempre in corsivo e con la dicitura che indica la data di inizio attività. Tradizione e innovazione. Moderno ma classico. Cambiare è l’anima dei brand nel food marketing ma deve essere fatto bene.
Se vi state chiedendo il perché di tutto ciò: Barilla quest’anno festeggia 145 anni e tante sono le iniziative a supporto del rebranding. Riapre nuovamente la prima bottega inaugurata dal fondatore Pietro Barilla senior nel 1877 a Parma. Inoltre, in questa nuova fase del marchio anche il pack cambia, verrà tolta la finestrella in plastica che permetteva di vedere il prodotto all’interno della confezione, con il preciso intento di essere più vicini ai temi, sempre più attuali, di sostenibilità e green.
Investire su un e-commerce di qualità
Oggi le aziende devono avere un riferimento per farsi trovare su internet. Allora può essere indispensabile avere un sito web ma soprattutto un ecommerce. Meglio se multilingua, ottimizzato per farsi trovare anche fuori dall’Italia. Qualche dato per capire di cosa stiamo parlando? Ecco l’Ansa:
Supera i 12,5 miliardi di euro l’export agroalimentare nel III trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 con una crescita del +11,7% . Lo comunica il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea).
Stiamo parlando del terzo trimestre del 2021. Quindi è arrivato il momento di mettere da parte le riserve e pensare seriamente di bypassare gli intermediari per farsi trovare dai clienti dove e quando vuoi tu. Ovvero sempre, online, con la migliore soluzione possibile in termini operativi e strategici.
Noi di D&C, ci siamo attivati in tal senso già dal 2020, con una piattaforma ibrida B2B e B2C, guarda qui il nostro store. Uno dei nostri plus, inoltre, è quello di essere il primo anello di congiunzione tra i produttori e la distribuzione e se ti stai chiedendo cosa voglia dire, beh, la risposta è: il prezzo.
Puntare su sostenibilità nel food marketing
Non è più il tempo delle mezze misure: oggi c’è bisogno di una comunicazione in grado di mettere nero su bianco da che parte sta la tua azienda.
Il concetto di “abbiamo sempre fatto così” è vecchio e il food marketing suggerisce questo: devi essere sostenibile, la tua produzione deve adeguarsi.
Ma non solo, non basta essere green. Secondo l’UE si può parlare di una vera e propria strategia Farm to Fork da attivare per puntare a produzione sostenibile, prevenzione dello spreco, distribuzione e consumo coscienzioso.
Davanti a te c’è una comunità che aspetta di sapere com’è la tua produzione in modo da salvaguardare il pianeta, scegli il packaging e gestisci i rifiuti.
E come eviti gli sprechi. La chiave di tutto è la sostenibilità. Se riesci a incasellare queste dinamiche – produzione green e qualitativamente superiore – hai una buona risorsa in termini di food marketing da sfruttare sia online che offline, con uno storytelling strutturato.
Food marketing: la qualità con il visual
All’interno del processo di food marketing troviamo anche questo: la necessità di raccontarsi. Per ottenere buoni risultati non puoi nascondere chi sei, cosa fai.
Soprattutto non è più possibile pensare di rimanere fuori dalla conversazione. Anche il Cluetrain Manifesto suggeriva questo principio in passato:
I mercati sono conversazioni.
Proprio così. E per entrare in questa conversazione devi metterci la faccia. Durante il processo decisionale, i consumatori cercano informazioni rispetto alla storia del brand e alle sue abitudini. Vogliono sapere come vengono scelte le materie prime e come avviene la lavorazione e la distribuzione.
Le aziende incassano vantaggi concreti se riescono a comunicare questi dettagli raccontando e non semplicemente elencando documentazione tecnica.
Una documentazione che deve essere sempre presente a norma di legge ma che può essere sostituita, in fase di comunicazione attraverso social e altri canali, da immagini evocative. E messaggi capaci di informare e rassicurare anche nei confronti delle preoccupazioni per la salute e la sicurezza.
Lo storytelling che mostra come funziona la tua azienda, quali sono i tuoi valori e i principi fondanti, può inviare un messaggio potente ai consumatori in fase di acquisto.