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La spedizione di prodotti alimentari nel mondo dell’e-commerce è il nodo da affrontare per poter mollare gli ormeggi e partire per una nuova avventura: quello del commercio elettronico rivolto al mondo degli alimenti.
Molti vedono la creazione di un e-commerce come la chiave di volta dell’intera strategia di web marketing per il food, e in parte è così: grazie a un sito web pensato per vendere puoi proporti a tutto il mondo limitando gli sforzi.
Non è vero che si guadagna senza lavorare ma si aumentano i profitti nel tempo, non nell’immediato. Però bisogna risolvere un nodo complesso: la spedizione di prodotti alimentari. Quali sono i punti da affrontare?
Costo dell’attività
Le spese di shipping su un ecommerce fanno la differenza. Permettono di aumentare o diminuire le probabilità di acquisto: se c’è un motivo che spinge le persone ad abbandonare il carrello acquisti è proprio la presenza di balzelli non preventivati per gestire l’invio del pacco. Questo vale anche per chi vende alimentari online. Come risolvere il problema? Azzera i costi per l’utente.
Vuoi offrire ai tuoi clienti la spedizione gratuita per gli acquisti di alimenti? Ottima idea, è uno dei modi migliori per aumentare le conversioni come ricorda l’infografica presa dall’articolo di www.tychesoftwares.com. Però questo vuol dire anche ridurre l’utile dato che questo costo graverà sul fatturato.
In alcuni casi è possibile aumentare i prezzi dei prodotti per coprire le operazioni di shipping, in altri invece si coprono i costi di spedizione solo per un determinato periodo utile a fidelizzare il pubblico. Le soluzioni strategiche?
Di solito propongono condizioni avanzate come shipping gratuito solo per chi acquista oltre una certa somma contribuendo ad aumentare la quantità media dell’ordine. Altra idea: proporre free shipping a chi crea un profilo utente.
Sicurezza della spedizione
Il vero problema della spedizione del cibo online riguarda la sicurezza del prodotto e, di conseguenza, tutte le norme che regolano questo aspetto.
Il punto è semplice: per evitare che i prodotti si deteriorino e possano nuocere al consumatore finale si devono rispettare una serie di norme che tutelano l’acquirente da eventuale consegna di prodotti scaduti, deperiti, rovinati a causa delle condizioni del trasporto. Chi vende alimentari online ha una responsabilità civile e penale, ciò significa che non si può improvvisare.
Bisogna rispettare le norme base dell’etichettatura stabilite dal Ministero della Salute. Ma questa è solo una parte degli obblighi da rispettare: consultare un un avvocato esperto in diritto alimentare è la base per chi vuole vendere e spedire prodotti alimentari dopo la vendita da e-commerce.
Packaging del prodotto
Come puoi ben immaginare, la confezione del bene ha il suo valore. Questo punto è ancora più vero quando si parla di spedizione di prodotti alimentari.
Se si affronta il tema della vendita online di cibo fresco, infatti, tutto diventa più complesso. Ogni spedizione ha bisogno di una confezione che sia in grado di farsi riconoscere ma anche di preservare il bene nel trasporto.
Un pacco per alimentari deve essere sigillato, protettivo, capace di riparare il bene dal caldo e dal freddo. In questo lavoro però devi anche valutare che il costo della maggior parte delle opzioni di spedizione dipende dalle dimensioni e/o dal peso. Quindi devi fare di tutto per ottenere il giusto equilibrio.
L’idea vincente è quella di mantenere il tuo imballaggio il più sicuro e piccolo possibile per risparmiare sulle tariffe di spedizione e sui costi di imballaggio.
Tempi delle spedizioni
Altro spetto ben noto a chi lavora nel settore della vendita online: i tempi. Oggi il pubblico si aspetta di ricevere a casa un pacco in un giorno o due. Non è più abituato ad attendere, il delivery time è un fattore che incide sulla fidelizzazione e questa grafica di www.parcelmonitor.com lo dimostra.
La colpa è di Amazon che ha imposto dei parametri serrati. Magari andando in perdita in un primo momento ma rendendo il pubblico dipendente da quel modo di fare e-commerce. E questo vale anche per la spedizione di prodotti alimentari: quando organizzi il tuo shop devi rispettare dei tempi minimi.
Questo anche per un altro motivo: la deperibilità del prodotto venduto. Commercializzare alimenti secchi, confezionati e senza particolari esigenze in termini di conservazione – ad esempio un pacco di cereali – non è la stessa cosa quando vuoi spedire un formaggio o una bottiglia di buon vino.
Spedizione internazionale
Devi verificare se determinati prodotti alimentari possono essere esportati legalmente in un altro paese. Ad esempio, le aziende dell’UE che vendono cibo nel Regno Unito dopo la Brexit devono rispettare i requisiti generali dell’Unione Europea, quelli del paese di destinazione e le certificazioni internazionali.
Il ruolo del delivery per il retail
Iniziamo a valutare un aspetto decisivo che coinvolge i rivenditori al dettaglio, forniti dalla grande distribuzione, e le nuove forme di quick commerce. Oggi non si ordinano più gli alimenti su uno shop ma si impegnano servizi di delivery per ordinare qualsiasi cosa e farla arrivare a casa in tempi minimi.
Anche questo è un lavoro utile per chi deve spedire alimentari. I servizi di delivery possono abbattere i tempi e permettere al pubblico di ricevere a casa cibi freschi anche dalla grande distribuzione. Questo può avvenire grazie al libero mercato dei delivery ma c’è chi ha deciso di fare un passo avanti.
Parte da Milano la partnership che consentirà all’insegna della Gdo di entrare nel mercato del quick commerce. Le consegne rapide interessano gran parte della città: il centro, Porta Romana, Città Studi, Nolo, Isola e City Life.
Come ci ricorda FoodWeb, da oggi il servizio consente di fare la spesa sull’app e riceverla in pochi minuti se si è in città a Milano. L’iniziativa sarà estesa anche a Roma e rappresenta sicuramente una soluzione per fare in modo che la grande distribuzione, come quella di D&C, arrivi a casa in tutta la sua freschezza e qualità con un semplice tap sullo smartphone.