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Il binomio e-commerce e food delivery è decisivo perché permette di aprire nuovi scenari e occasioni nell’universo della vendita del cibo su internet.
Sappiamo che entrambi i settori – quello della vendita di alimenti online e la consegna a casa – sono esplosi durante la pandemia del Covid-19 del 2020.
Poi le restrizioni si sono allentate, le persone hanno ricominciato a uscire per fare la spesa e andare al ristorante preferito. Però la comodità di ricevere la spesa a casa, ordinata dal computer o dallo smartphone, ha lasciato il segno.
Ci troviamo di fronte a un nuovo scenario: semplificare il commercio elettronico del settore food & beverage grazie al delivery. E, quindi, al quick o instant commerce. Di cosa stiamo parlando esattamente? Ecco cosa devi sapere.
I principi del food delivery, la consegna a casa
In passato pochi ristoranti riuscivano a concedere pranzo e cena a domicilio perché il costo da sostenere per mantenere dipendenti addetti a questa mansione era elevato. Poi qualcuno ha avuto l’idea: esternalizzate, abbiamo un servizio. Consegniamo noi per voi grazie ai rider che vengono attivati da un’app.
Così nasce una nuova economia, un nuovo modo per ampliare il giro d’affari della ristorazione. Ma anche di intendere la consegna a domicilio.
Perché limitare tutto questo al cibo già pronto? Possiamo sfruttare l’immediatezza della dinamica anche per vendere del cibo online.
Così il binomio food delivery ed e-commerce si fa largo in un settore competitivo. E lo fa grazie a una nuova tendenza, vale a dire il commercio elettronico veloce che abbatte i tempi di consegna al pubblico.
Da leggere: food marketing, quali strategie funzionano?
Cos’è il quick (o instant) commerce?
A volte viene chiamato Q-commerce, in altri casi on-demand delivery o e-grocery, ma il concetto è sempre lo stesso: stiamo parlando di un servizio di consegna veloce, all’interno della stessa giornata, di ciò che si acquista su un sito di commercio elettronico. Il quick commerce unisce i vantaggi della vendita su internet con le innovazioni di un delivery che avviene nell’arco dei 30 minuti.
Consumers now want and expect more items than ever to be delivered to their doorstep. With this has brought new demands — it is no longer a case of waiting 24-48 hours for a delivery. Rather, the expectation for this is now a matter of minutes.
Secondo Daniel Alonso, Direttore globale di q-commerce Glovo, i consumatori ora vogliono più articoli a domicilio ma non è più il caso di aspettare 24-48 ore per una consegna. L’aspettativa ora è questione di pochi minuti. Tutto questo diventa fondamentale per la relazione tra food delivery ed e-commerce.
Come ci mostra questa grafica di www.edume.com, possiamo notare come cambia l’e-commerce: nascono dei piccoli centri di evasione ordini sparsi in aree densamente popolate, tipo le città. Così la consegna è affidata ai rider che si muovono con disinvoltura e per raggiungere destinazioni a pochi Km.
Supermercati e il food delivery: il caso Esselunga
Aspetto decisivo di questo settore è quello relativo ai grandi supermercati che scelgono i servizi di delivery come Glovo e Deliveroo per creare un’esperienza di vendita in brevi tempi. Unendo acquisti online e spesa tradizionale
Avere un punto d’ingresso nel mondo del quick commerce è importante per intercettare questa tendenza che è sempre più dominante nelle abitudini di spesa anche degli italiani. A trainare il settore abbiamo Deliveroo Hop, il servizio di food delivery che consente di ordinare anche frutta fresca, verdura e carne in pochi minuti scelto anche dalla catena di rivenditori Esselunga.
A tal proposito è interessante notare l’esperienza di questo brand che, forte dell’esperienza vissuta durante il Covid-19, ha integrato nei suoi servizi un servizio delivery in grado di risolvere i problemi tipici della consegna a casa. In queste circostanze la devi programmare addirittura il giorno prima.
Tutto ciò senza poter intervenire sugli acquisti e registrando ritardi. Con il servizio rider e consegna delivery tipo quello della Esselunga – che si appoggia a Deliveroo Hop – puoi comprare quello che ti serve anche all’ultimo minuto.
Q-commerce, i numeri di questa tendenza
Per soddisfare la necessità crescente dei clienti di acquistare prodotti online, secondo www3.weforum.org, le consegne nelle prime 100 città del mondo aumenteranno del 36% fino al 2030. Alla base ci sono le esigenze del pubblico.
Da un lato c’è l’aumento delle richieste, dall’altro la necessità di velocità. La domanda di consegne dovrebbe crescere del 78% a livello globale entro la terza decade di questo secolo. Inoltre, “68% of consumers said fast shipping would lead them to place an online order”. Quindi, una spedizione veloce è centrale.
O almeno lo è se vuoi incassare il parere positivo del pubblico. Il 36% degli acquirenti online, secondo il Sondaggio Digital Commerce 360/Bizrate Insights su 1.052 acquisti nel 2021, ha ordinato con la consegna in giornata negli ultimi sei mesi. Un dato in deciso aumento rispetto al 24% del 2020.
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Come cambia il food delivery ed e-commerce
Rispetto a una spedizione standard di un negozio digitale tradizionale, con il food delivery puoi unire la varietà e la convenienza dello shopping online con la possibilità di avere la spesa a casa in mezza giornata. Il vantaggio sostanziale?
È sempre nella logistica, i punti di vendita e i magazzini nel centro delle città permettono di ridurre i tempi di consegna integrando il lavoro di retail con quello di snodo per le consegne a domicilio. I supermarket sono sempre aperti al pubblico ma dal sito web permettono di fare la spesa e concludono il viaggio in giornata grazie alle società di delivery. Tutto diventa più facile.
Le consegne permettono di ottenere un servizio sempre attivo – anche 24 ore su 24, 365 giorni l’anno – ma non si tratta solo di una risposta rapida.
Grazie a questo meccanismo è più probabile che gli articoli siano disponibili, grazie alle tecnologie che monitorano la domanda e regolano l’inventario.
Il food delivery ed e-commerce non è legato a orari di apertura, non hanno le limitazioni dei rivenditori fisici. Il tutto si collega alla cultura dell’always on in cui le persone sono sempre alla ricerca di touchpoint per decidere cosa comprare.