inflazione del settore alimentare

Inflazione del settore alimentare e il rincaro dei listini: i dati e il nostro impegno quotidiano

L’inflazione del settore alimentare è un aspetto del mercato da valutare con estrema attenzione. E da osservare con cura soprattutto in questo periodo dato che diversi indicatori ci suggeriscono un aumento dei prezzi in vista. Aumento che noi cerchiamo di ammortizzare per evitare rincari ai clienti e ai consumatori.

Lo studio pubblicato da Fipe-Confcommercio ha analizzato le risposte degli operatori del settore food. Ovvero gli imprenditori, i professionisti e gli esercenti che si occupano di vino, cibo e ristorazione. Quali sono le previsioni per il 2022? Sappiamo che l’aumento si distribuisce attraverso alcuni aspetti:

  • Nolo dei container.
  • Brexit e sdoganamenti.
  • Prezzi della materia prima.
  • Costo dell’energia.
  • Costo del packaging.

Su ognuno di questi fronti noi della D&C abbiamo mantenuto una posizione di equilibrio, cercando di assorbire nel miglior modo possibile l’impatto e mantenendo i prezzi simili a quelli che si potevano godere prima della crisi pandemica ed energetica. Il nostro interesse, come sempre, è ridurre il ricarico relativo agli eventi esterni sul prezzo del prodotto.

Inflazione e settore alimentare, problema noto

Il Sole 24 Ore ha comunicato numeri interessanti. Prodotti alimentari e bevande si posizionano al sesto posto nella classifica dei beni più inflazionati dell’ultimo anno. Parliamo, quindi, di un settore che ha registrato un aumento dei prezzi e un’inflazione percepita al +5%. Secondo gli italiani il prezzo continuerà a salire e questa sensazione è confermata dai dati.

Aumento dei prezzi delle materie prime

Il problema fondamentale, emerso dall’analisi condotta dalla Fipe (Federazione Pubblici Esercizi), e che porta a un aumento dell’inflazione nel settore alimentare riguarda le materie prime.

Qual è la proporzione osservata? Oltre 9 imprenditori del food & beverage su 10 sottolineano un aumento dei prezzi sulle materie prime, in particolare su:

  • Ittici
  • Frutta
  • Carni
  • Ortaggi

Qual è la misura di questo aumento dei prezzi? La nota della Fipe indica un incremento medio dei prodotti alimentari che si aggira intorno al 10% ma il 36,4% degli intervistati registra incrementi superiori. Cosa significa?

Un aumento dei prezzi del listino per quanto riguarda le materie prime è un problema per gli imprenditori del settore della ristorazione. Perché vuol dire prendere una decisione dura: aumentare i prezzi o rinunciare alla qualità.

In uno scenario di profonda crisi, su diversi fronti,  questo passaggio può deprimere i consumi. Per questo abbiamo adottato delle politiche relative alla riduzione dei prezzi che hanno tutelato la catena distributiva gestita da D&C.

Da cosa dipende l’aumento dei prezzi

Noi sappiamo che l’inflazione dei prodotti alimentari – più in generale il meccanismo stesso dell’inflazione – è un processo troppo articolato per ricondurlo a un’unica causa. Anche l’analisi della Fipe individua 3 cause fondamentali per dare una spiegazione a questi rincari dei prezzi di listino:

  • Condizioni meteo avverse.
  • Crisi delle fonti energetiche.
  • Pandemia legata al Covid-19.

I fenomeni atmosferici violenti e imprevedibili, come le piogge torrenziali e le grandinate fuori stagione, decimano la produzione di frutta e verdura. Aumentando automaticamente i prezzi delle materie prime sul listino.

L'inflazione di cibo e materie prime
L’inflazione di cibo e materie prime – Fonte immagine

E le crisi geopolitiche – soprattutto quelle dell’Europa dell’Est – provocano una continua oscillazione verso l’alto dei contributi necessari per allevare gli animali, coltivare e pescare. Tutto questo porta a un aumento dell’inflazione.

Quando aumenteranno i prezzi alimentari?

Secondo diversi osservatori autorevoli, fin dai primi mesi del 2022 ci aspetterà un aumento dei prezzi da listino causato dall’inflazione del settore alimentare. Il 43% delle imprese, ricorda il rapporto di Fipe e Confcommercio, non ritocca i prezzi da oltre 12 mesi. Cosa vuol dire questo per il mercato del food?

Le dichiarazioni dei professionisti del settore alimentare e ristorazione sono non omogenee. Il 76% conferma che aggiornerà i prezzi del listino durante la prima parte del 2022. Ma c’è una buona percentuale di intervistati – pari al 24% del totale – che vuole mantenere i prezzi fissi per un altro anno.

Da leggere: cosa sapere rispetto al food marketing?

Cosa facciamo noi su questo fronte?

Noi della D&C siamo al fianco dei clienti e mettiamo in campo tutti gli strumenti per limitare – e in alcuni casi annullare – l’aumento dei prezzi. Prendiamo come esempio il tariffario dei fornitori di cereali, zucchero, grassi vegetali, cacao, uva e altri prodotti simili. L’indice sintetico del Food And Beverage registra un incremento del 13% negli ultimi 6 mesi, del 31% negli 12 mesi.

In questo scenario così complesso e articolato abbiamo negoziato con tutti i fornitori per limitare l’incremento. Nel settore dei cereali abbiamo assorbito oltre il 20% dei rincari e in quello del cacao siamo arrivati anche al 50%.

Rispetto a questa condizione non possiamo limitare del tutto l’aumento. In altri, invece, abbiamo maggior possibilità di manovra e assorbiamo completamente il costo extra. Ad esempio, l’indice sintetico dell’energia registra un incremento del +20% negli ultimi 6 mesi, 87% negli 12 mesi.

L’impatto di questa condizione è stato completamente assorbito dalla D&C, lo stesso vale per il packaging e per tutto ciò che riguarda la Brexit puntiamo ad ammortizzare più dei 2/3. Obiettivo? tutelare i nostri clienti, sempre.

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