Aumento dei costi dell'energia

I costi dell’energia aumentano: le ripercussioni nel food & beverage

L’aumento dei costi dell’energia è una conseguenza diretta del conflitto tra Russia e Ucraina che sta minacciando pesantemente la stabilità economica. E la tenuta del tessuto sociale in Italia. Ma anche in altri paesi europei.

Ogni attività è collegata all’energia e alle fonti che permettono a macchinari di attivarsi, spremere, impastare, trasformare. I produttori e i rivenditori sono colpiti da questi rincari perché devono pagare delle bollette inaccessibili.

I cittadini vedono aumentare il prezzo dei prodotti perché i diversi settori (con relativi passaggi dal produttore al consumatore) cercano di rientrare nella spesa. Come procede il settore food & beverage in questo equilibrio stravolto?

Aumento dei costi dell’energia: quali sono le cause?

La causa diretta, come anticipato, riguarda il conflitto in Ucraina. La comunità europea ha deciso di imporre delle sanzioni alla Russia che ha risposto limitando le forniture di materie prime. Come quelle legate all’energia.

C’è stato un forte aumento dei prezzi del gas e del petrolio. Il 2 marzo i prezzi del gas nell’UE hanno raggiunto un massimo storico. Gli esperti rilevano l’elevato grado di dipendenza dell’UE dalle forniture di energia dalla Russia e l’impatto negativo sulla sua economia di un forte aumento dei prezzi del petrolio e del gas.

Come ricorda Wikipedia, come ripercussione nei confronti delle sanzioni economiche la Russia ha ridotto le forniture di gas e petrolio utili alle nazioni occidentali per i vari processi produttivi, per il consumo domestico e i trasporti.

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Perché tutto ciò influenza il settore alimentare?

Questa scarsità dell’energia influenza tutti i settori, come il food & beverage, che fanno largo uso di macchinari per l’elaborazione delle materie prime.

Ciò avviene perché, come suggerisce l’Istat nel suo report di agosto 2022, abbiamo avuto un aumento dei prezzi dei beni energetici che passa da +42,9% di luglio a +44,9%, soprattutto per quelli non regolamentati che toccano +3,0%.

Per avere un’idea dell’influenza che ha avuto il conflitto in Ucraina possiamo dare uno sguardo ai grafici e ai dati del sito web www.arera.it che consente di mettere a confronto i prezzi dell’energia in Italia nel corso degli anni.

Aumento dei costi dell'energia

L’aumento dell’energia elettrica e del gas naturale è impietoso, tra 2021 e 2022 registra un’impennata notevole. Con gravi rischi per la filiera agroalimentare italiana. Soprattutto per la produzione delle eccellenze tipiche della dieta mediterranea come pasta, formaggi, ortaggi, frutta, vino e olio.

Come si reagisce all’aumento dei costi dell’energia

Il punto di partenza di tante aziende è simile a quello annunciato anche da D&C con le prime avvisaglie di crisi legate alla guerra in Ucraina: evitare di far pagare la crisi delle materie prime e dell’energia ai consumatori finali, consapevoli del fatto che solo mantenendo alto il consumo si può superare questa condizione.

Questa soluzione non è sempre possibile. Di conseguenza le aziende devono intercettare i bisogni dei consumatori di risparmiare. E di cercare il punto d’incontro tra qualità e quantità. Secondo Coldiretti, inoltre:

Gli italiani vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.

L’aumento dei prezzi incide soprattutto su ortaggi e frutta che rincarano rispettivamente del 12,4% e dell’8,3%. Anche perché insieme ai problemi legati alla crisi in Ucraina si aggiungono fenomeni atmosferici come la siccità, le grandinate violente e le piogge torrenziali che rovinano il raccolto.

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Il rischio per le economie del food & beverage

Questa combinazione perfetta rischia di mettere in ginocchio intere economie. Oltre ad aspettare l’intervento delle politiche nazionali ed europee per attivare il tetto al prezzo del gas, aiuti statali e sgravi fiscali è giusto intervenire per mantenere alti i consumi e semplificare il lavoro del consumatore che deve sempre acquistare beni di consumo ma cerca la soluzione migliore.

Politiche di distribuzione virtuosa, prezzi convenienti, offerte speciali e legate a determinati periodi dell’anno permettono di contenere la sfiducia.

Ogni anello della catena produttiva e distributiva deve ottimizzare spese, consumi e strategie di marketing alimentare per superare questa ennesima prova che arriva dopo il periodo già difficile della pandemia da Covid-19.

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